LA TUSCIA
UNA TERRA UNICA
Palazzo dei Priori, Viterbo

Palazzo dei Priori fu costruito tra il XV e il XVI secolo come sede delle magistrature cittadine. Domina la piazza che nella seconda metà del XIII secolo divenne il centro della vita politica ed amministrativa della città – abitualmente chiamata dai viterbesi “del Comune”; il suo vero nome è “del Plebiscito” e deriva dalla consultazione popolare che il 2 ottobre 1870, con una schiacciante maggioranza, sancì il definitivo tramonto del potere pontificio e l’unione di Viterbo e della Tuscia al Regno d’Italia. Ai lati del Palazzo, ruotate di 90 gradi, sorgono altre due costruzioni, sedi a loro volta di apparati amministrativi, e sono il Palazzo della Prefettura a sinistra ed il Palazzo del Podestà a destra.
Chiesa di San Pietro, Tuscania
È una basilica medioevale che sorge su di un colle che porta lo stesso nome, il quale a sua volta costituì luogo di rilevante importanza strategica per la zona. La sua incerta collocazione storica affascina e divide da decenni studiosi d’arte e di storia, che comunque ne rilevano il massiccio occorrere di manomissioni, ricostruzioni e restauri nel corso dei secoli. Caratteristico della Chiesa è il rosone cosmatesco posizionato sopra la loggetta e rappresentante la Santa Trinità, agli angoli del quale sono scolpite quattro figure raffiguranti gli evangelisti. Tuscania è anche un interessantissimo borgo in cui l’architettura medioevale si fonde con la civiltà etrusca.

Quartiere San Pellegrino, Viterbo

È uno dei quartieri medioevali più grandi d’Europa. Risalente al XIII secolo, è caratteristico – oltre che per archi, torri e vicoli tipici dell’architettura del 1200 – anche per i cosiddetti “profferli”, le scalinate esterne alle palazzine che conducevano all’uscio di casa, normalmente costruite salendo da destra a sinistra: la scelta di dare loro questa direzione dipendeva dal fatto che in caso di attacchi dall’esterno, gli occupanti della casa avrebbero potuto meglio difenderla avendo il proprio braccio destro libero e potendo maneggiare la spada con più facilità, mentre chi proveniva dal basso non poteva godere di altrettanto spazio poiché il suo braccio destro era invece ostacolato dalla parte di muro sul quale si appoggiano i profferli. Nel quartiere ha sede il Museo della Macchina di S. Rosa, la struttura processionale a spalla trasportata ogni anno da un centinaio di cittadini devoti in omaggio alla Patrona di Viterbo.
Palazzo Farnese, Caprarola
Palazzo Farnese è una delle numerose residenze della nobile famiglia Farnese sparse nella Tuscia, originariamente progettata a scopo difensivo come era solito accadere per le strutture residenziali tra il XV ed il XVI secolo. Quando, in un secondo momento, il cardinale Alessandro il Giovane affidò la prosecuzione del progetto precedentemente interrotto al Vignola, questi ne modificò la destinazione d’uso d’accordo col suo committente, finendo per essere una “semplice” dimora signorile senza fortificazione, pur mantenendo la sua caratteristica struttura pentagonale. Gli interni della Villa sono completamente affrescati.

Parco archeologico di Ferento

Antico e ricco municipio romano dedito al commercio, all’agricoltura e all’allevamento, ed all’estrazione di tufo e peperino, la città di Ferento diede i natali ad un imperatore romano (Salvio Otone, che governò solo per pochissimi mesi) ed alla moglie dell’imperatore Vespasiano. L’anfiteatro è la struttura più grande rimasta in piedi: posizionato nella zona nordorientale rispetto al centro abitato, venne costruito nel I secolo d.C. Oltre ad essere visitabile, nel periodo estivo fa da suggestiva cornice ad una versatile stagione teatrale che normalmente prevede rappresentazioni, balletto, musica e poesia.
Percorsi termali
Che si tratti di una struttura privata od uno dei “bagni” gestiti da cooperative nei dintorni della città, vale in ogni caso la pena di dedicare un po’ di tempo alla propria salute usufruendo delle acque del copioso bacino idrominerale ed idrotermale disponibile nei paraggi. Per via di una frattura della crosta terrestre della lunghezza di circa 12 chilometri, Viterbo è appunto interessata dalla presenza di diversi siti pubblici e privati adibiti a cure termali: Piscine Carletti, Terme di Bagnaccio, Bulicame, Masse di San Sisto, Hotel Salus Terme e Terme dei Papi. La loro acqua viene impiegata per la cura e la prevenzione delle malattie croniche di tutto l’apparato respiratorio e di quello osteoarticolare, e pure nelle affezioni dell’apparato genitale e della cute. Connessa alla balneoterapia, molto utile e praticata è pure la fangoterapia, che sfrutta il fondo argilloso tipico dei bacini di origine vulcanica con l’obiettivo di produrre effetti altrettanto positivi da un punto di vista curativo ma anche estetico.

Sacro Bosco, Bomarzo

Anche detto “Parco dei Mostri”o “Villa delle Meraviglie”, il Sacro Bosco è un complesso monumentale risalente al XVI secolo, dove fa bella mostra di sé una serie di sculture in basalto (materiale disponibile in grosse quantità nella zona) attribuite all’architetto e scultore Simone Moschino. Secondo alcuni esegeti, ogni scultura all’interno del Parco rappresenterebbe la tappa di un ipotetico percorso alchemico, ciò attribuendo alla struttura un fascino dal sapore esoterico unico al mondo. Dalla “casa pendente” alle Sfingi, dalla lotta tra giganti (“Ercole e Caco”) al Drago, dall’elefante che stritola il centurione romano con la proboscide all’Orco (forse l’opera più famosa dell’intera installazione), le sculture sono disseminate su di una superficie di circa tre ettari, all’interno di un bosco di conifere.
Civita di Bagnoregio
La “città che muore”, come la definì il saggista e romanziere Bonaventura Tecchi, è il borgo più famoso d’Italia, la cui nascita viene fatta risalire al quinto secolo a.C. Si erge su di uno sperone tufaceo di circa 70 metri di altezza, eroso ai lati dall’azione del tempo, da cui l’espressione usata dal letterato per riferirsi ad essa. Civita conserva tutte le tracce del proprio passato, a partire dall’origine etrusco-romana in poi: portali in basalto, profferli, case medioevali, palazzi signorili rinascimentali. Vi si accede solo attraverso un ponte in cemento armato costruito nel 1965, percorribile esclusivamente a piedi. Delle cinque porte che un tempo consentivano l’entrata al Borgo, è ora agibile solamente Porta di S. Maria, che è poi il punto di arrivo del lungo ponte appena menzionato.

Villa Lante, Bagnaia

Votata nel 2011 come il Parco più bello d’Italia, Villa Lante fu ideata da Jacopo Barozzi da Vignola, lo stesso architetto al quale si deve Palazzo Farnese. Si tratta in realtà di un giardino monumentale, ed anziché essere una “villa” vera e propria, consta in realtà di due casini molto simili edificati a distanza di una trentina d’anni l’uno dall’altro: casino Gambara e casino Montalto, dai nomi dei due cardinali che rispettivamente ne commissionarono la costruzione. La vera attrazione è costituita dunque dai giardini ed in modo particolare dai giochi d’acqua, opera dello specialista senese in architettura idraulica Tommaso Ghinucci,
Palazzo dei Papi, Viterbo

Viterbo divenne libero Comune negli ultimi anni dell’XI secolo. Conteso da Impero e Papato per diversi decenni, finì per mostrare una linea politica sempre più orientata verso la Chiesa, finché il predominio del partito guelfo portò alla definitiva rottura con l’Impero, rottura che culminò nel 1243 con la vittoria dei viterbesi sull’assedio della città perpetuato dalle truppe di Federico II di Svevia. La città è famosa per la presenza dello splendido Palazzo dei Papi, costruito per ospitare la corte papale in un periodo in cui il soggiorno a Roma per i pontefici appariva difficile per via dei frequenti tentativi di prendere il potere operati dalle famiglie patrizie o dalle masse popolari. Per circa un ventennio, Viterbo accarezzò quindi l’idea di contendere seriamente a Roma il titolo di Città dei Papi.
Trasporto della Macchina di S. Rosa, Viterbo
È la tradizione più antica, famosa e popolare della Tuscia: si tratta del trasporto di una macchina a spalla a forma di torre in cima alla quale è posizionata la statua di quella che è considerata, per acclamazione, la patrona della città, Santa Rosa. La suggestiva processione per le vie cittadine viene effettuata ogni anno la notte del 3 settembre, lungo un percorso che ripercorre idealmente quello subito dalla salma della santa in occasione di una sua traslazione in epoca medioevale. Il contrasto tra il buio delle ore notturne e l’illuminazione della macchina, e le dimensioni di questa, rendono l’evento uno spettacolo unico al mondo.
Faggeta vetusta del monte Cimino

Estesa per circa 1053 m rappresenta la vetta più alta della catena dell’Antiappennino laziale dei Monti Cimini. Si innalza maestosa nella Provincia di Viterbo, e ormai dal 2017 rientra nel patrimonio dell’Unesco. La meraviglia della faggeta laziale aiuta i visitatori ad instaurare un diretto rapporto con la natura, oggi di vitale importanza per tutti coloro che hanno smesso di godere a pieno di tutto ciò che la Terra ci offre.